Questo, a quanto pare, è l'anno dei film che incutono timore e orrore. Si è parlato di presenze soprannaturali, del Signore delle Tenebre e di vangeli scomunicati, la casa di produzione americana, la New Line, tratta dell'argomento che terrorizza di più, con cui tutti devono, alla fine fare i conti: la Morte.
La sceneggiatura è basata su una storia scritta da Jeffrey Reddick, mentre la regia è affidata a James Wong, noto per aver scritto alcuni dei più angoscianti episodi di "The X-Files".
Gli adolescenti vedono semplicemente la morte. E questo è "Final destination" in cui Devon Sava, nella parte di tale Alex Browning, vede l'aereo su cui si è appena imbarcato scoppiare in un tripudio di fiamme e barbecue di adolescenti in gita.
"Final Destination" parte da una buona idea e da una sequenza dei titoli di testa da brividi per poi risultare in alcuni momenti banale. Se la regia della prima mezz'ora di film ha buoni e inquietanti momenti (l'ora "impossibile" della sveglia che si trasferisce sul tabellone degli annunci aerei, il cambio degli orari sul tabellone stesso reso elemento di suspance assoluta...) quando il regista sposta l'attenzione sull' inseguimento della morte alla ricerca dei sopravvissuti, il film perde molto del suo appeal per risultare, a tratti, addirittura ridicolo (la morte dell'insegnante tra computer che si fondono e coltelli da cucina è puro materiale comico). D'altronde, Wong viene da "X-files" e si trova a suo agio con il sottintendere la paura ma non con il mostrarla. La trama del film stesso poteva benissimo essere una puntata delle avventure di Mulder e Scully il cui focus è stato spostato dall'FBI ai giovani protagonisti del mistero.
L'obiettivo è stato quello di presentare qualcosa di spaventoso e destabilizzante, qualcosa che potesse far sentire a disagio, ma difficile da definire.
Ogni set è stato ricostruito due volte, in modo da rappresentare la scena prima e dopo l'incidente al quale i protagonisti sopravvivono, nel secondo set tutto sembra innaturale, ma la differenza non attira l'attenzione, ma crea un inquietante situazione indefinibile.
Anche gli effetti speciali, però, hanno un ruolo rilevante: ad esempio, è stato ricreato un modello in scala di un Boing 747, su un enorme cardano idraulico, costruito in circa due mesi, che contiene 89 persone ed è usato per filmare le scene sconvolgenti che accadono a bordo dell'aereo destinato a esplodere. Alla fine delle riprese gli attori si sono ritrovati di fronte allo sconcertante concetto della fine, e al continuo tentativo di gabbare la Morte.